ELIO ALTARE

In tutti questi anni l’attività ha mantenuto una dimensione e un carattere assolutamente famigliare, e dai primi anni del 2000 Silvia, la figlia più grande, ha iniziato a lavorare a tempo pieno in azienda, mentre Elena, la più giovane, si è trasferita in Germania, dove ha aperto un’agenzia di importazione di vino.
 
Elio, la moglie Lucia, Silvia e lo staff sono coinvolti in tutti gli aspetti del lavoro: seguono la vigna dalla potatura al raccolto, la cantina dalla vinificazione alla vendita, la logistica, l’ufficio e la promozione.

Elio, energico e vulcanico come 40 anni fa, supervisiona sull’operato di tutti, ma ultimamente ha anche deciso di dedicarsi a nuove appassionanti attività come la produzione di vino bianco in Liguria alle Cinqueterre, il restauro di una borgata a Castelmagno (nelle valli tra il Piemonte e la Francia) la produzione di formaggio Castelmagno, la coltivazione di erbe officinali, un piccolo impianto sulle colline dell’Alta Langa di uva  autoctona “Liseiret” per la futura produzione di spumante, un bellissimo orto giardino biologico che ogni giorno ci porta verdura e frutta fresca…
 
…a questa famiglia non mancano di certo le idee e il lavoro!
Il nonno Giuseppe arrivò a La Morra nel 1948, la famiglia Altare era originaria di Dogliani, anche se antiche carte e testamenti, tradotti da un parente arciprete, narrano di un ceppo di vaga origine ebraica proveniente dalla Palestina.
 
Giuseppe acquistò la cascina a La Morra, circa 5 ettari, un po’ di vigneti di nebbiolo, barbera e dolcetto e poi tante nocciole pesche e mele, a quel tempo i frutteti rendevano più delle vigne.
 
Tempi non facili, vista la crisi che durava da anni, fu per questo che Elio con altri amici decise di conoscere le altre realtà viticole oltre confine per cercare di carpirne il successo. Il primo viaggio in Borgogna, nel gennaio del 76, fu una folgorazione, tornato convinto della necessità di cambiare “prima di tutto la nostra testa”, ma anche il modo di coltivare le vigne e produrre e vendere il vino, Elio decise di cominciare a sperimentare altre strade in alternativa a quelle tradizionali.
 
Si aiutò con una motosega, che con granitica determinazione brandì come una spada: prima nel frutteto tagliando le piante e poi in cantina riducendo in legna da ardere le vecchie e grandi botti, per far posto alle prime barriques nuove.
 
Il padre Giovanni non capì quelle scelte drastiche e si rifugiò nel silenzio, quel figlio rompeva con tutto il suo mondo ed era indegno delle sue vigne, morì nel 1985 diseredandolo. Questa scelta costrinse quindi Elio a ricomprare la terra e la cantina dal fratello e dalle sorelle che nel frattempo avevano deciso di non fermarsi in azienda.
 
Elio non mollò e non ha mollato, deciso a cambiar rotta per dare un’altra interpretazione al vino, privilegiando l’eleganza, la finezza e l’equilibrio, seguendo un severo lavoro in vigna, adottando in cantina nuove tecniche di vinificazione ed affinamento finalizzate ad esaltare il vitigno ed il territorio, insegue ancora oggi con caparbietà il suo sogno.
 
Le nostre piccole dimensioni permettono ancora oggi una gestione semplice e a carattere familiare. Sotto la supervisione costante di Elio, l’azienda consta attualmente di circa 10 ettari e la produzione media annua è di circa 70.000 bottiglie.

LA FILOSOFIA DI VITA E LAVORO

I vini sono SEMPLICI e NATURALI, con questo vogliono sottolineare che:

  • Le vigne sono coltivate senza l’utilizzo di sostanze chimiche, fertilizzanti o pesticidi (se non in casi di estrema necessità) o altri prodotti che potrebbero interferire con il ciclo vegetativo o la maturazione delle uve.

  • Utilizziamo unicamente zolfo e solfato di rame e letame biologico di vacca per la fertilizzazione.

  • Durante la fermentazione alcolica non vengono fatti inoculi con lieviti esterni, ma utilizziamo solo i nostri lieviti indigeni, a questo segue una fermentazione malolattica spontanea.

  • I vini infine non sono né filtrati né chiarificati.

  • Non sono utilizzate sostanze che potrebbero modificare il colore o la struttura del vino.

  • Il livello di solforosa aggiunta è ben inferiore a quanto consentito dalla legge italiana.
Non applicano la biodinamica o altre filosofie simili, semplicemente coltiviamo la vite in base all’esperienza acquisita e tramandata da decine di generazioni.
 
Il primo obbiettivo è la loro salute e quella delle persone che lavorano con noi e secondo la tutela ed il rispetto dell’ambiente, perché è soltanto dalla vigna che traggono il loro profitto.
 
L’ambiente è l’unico patrimonio avuto in eredità dai genitori, hanno l’obbligo e l’impegno morale di conservarlo il più integro possibile per poterlo cedere alle prossime generazioni.